“Capisco le critiche, soprattutto da parte dei piccoli commercianti, ma questo è il progresso: non si può restare fermi e soprattutto non è possibile impedire alle grandi catene le aperture no-stop. Ma per salvare il settore nel suo complesso, occorre individuare strade alternative, come abbiamo fatto con il Distretto Urbano del Commercio e con le Notti Bianche”.
Giuseppe Marchionna, direttore di Confcommercio Brindisi, non ha dubbi: troppa stretta è la morsa della crisi per pensare che i grandi centri commerciali come Coop Estense non tentino diverse soluzioni per far crescere gli incassi. “Ma le soluzioni per tutti esistono” afferma.
Marchionna, però il polverone è stato sollevato. C’è chi parla di esperimento per il futuro, con le aperture notturne che rappresenteranno la normalità.
“Comprendo le polemiche, ma bisogna andare avanti, non ci si può ancorare al passato. Anche le maxi-catene hanno il diritto di cercare di migliorare i conti e impedirlo è impossibile, perché non possiamo far finta che in epoca di liberalizzazioni le strade dell’apertura ininterrotta non esistano”.
Ma da chi saranno praticate?
“Per i grandi centri commerciali è certamente più semplice, perché hanno le possibilità organizzative per farlo, attraverso il turn-over del personale. Mi rendo conto, altresì, che i piccoli commercianti non possono competere sotto questo aspetto, perché le aperture notturne sono più dispendiose sia per i costi di gestione dei locali, sia per gli stipendi degli stessi lavoratori. Ci sono negozi nelle mani dello stesso proprietario, il quale da solo non può certamente garantire aperture notturne se lavora già durante il giorno”.
Quindi per la piccola distribuzione non c’è proprio speranza?
“No, le alternative ci sono. E noi a Brindisi le stiamo studiando: c’è la necessità di fare rete, di unirsi anziché guardarsi tutti come diretti concorrenti. Questa è l’idea alla base del Distretto Urbano del Commercio, ed è lo spirito aggregativo che ci ha portato ad organizzare la Notte Bianca a Brindisi e a Francavilla, rispettivamente nelle giornate di venerdì e sabato prossimi”.
Non c’è il rischio di scontrarsi con scetticismi di origine soprattutto culturale?
“Senza dubbio, ma bisogna provarci e crederci. Ovunque in Italia le vie del centro sono state ravvivate così. In un momento di crisi, c’è bisogno di un segnale”.
Intervista al Quotidiano di Brindisi, 20 dicembre 2012