“Finora, soprattutto nelle piccole città come la nostra, il clima complessivo è stato negativo. Speriamo che si tratti solo di una questione di tempi”.
Per il direttore di Confcommercio Brindisi, Giuseppe Marchionna, i saldi possono regalare una boccata d’ossigeno al commercio, ma la strada per uscire dalla crisi è ancora lunga e tortuosa.
Qual è la situazione attuale?
“E’ visibile ad occhio nudo, si può intuire dal numero di persone che fisicamente erano per strada a fare compere nel periodo di Natale. Con ridotte disponibilità finanziarie e pochi acquisti nella borsa. Crediamo che dalla prossima settimana qualcosa possa smuoversi e dare maggiore impulso alle vendite. Infatti bisogna considerare che, al di là delle difficoltà economiche oggettive e al pagamento delle imposte di fine anno, ci sono molte famiglie che hanno atteso una settimana piuttosto che fare acquisti a presso pieno durante l’inizio delle festività. Sette giorni, del resto, sono un periodo molto breve che permette di fare affari senza intaccare le possibilità economiche all’interno dei nuclei familiari”.
Pesa il fatto che molti negozianti abbiano deciso di applicare sconti in anticipo?
“Qualche giorno prima di Natale abbiamo fatto un’indagine per rispondere ad una richiesta del governo regionale che ci chiedeva se fossimo più o meno d’accordo con la liberalizzazione dei saldi. Oltre a rispondere negativamente, abbiamo anche riscontrato che nel commercio c’è già una tendenza a praticare sconti in ogni periodo dell’anno. In questo modo i commercianti più avveduti si muovono sul terreno della fidelizzazione, cercando di tenere stretta la clientela e di fatto privando di maggiore ‘appeal’ il periodo dei saldi”.
I risultati, naturalmente, si potranno commentare solo dopo l’apertura. Ma cosa vi aspettate?
“Anche in nostro Ufficio Studi nazionale ha offerto delle proiezioni. Anche le famiglie più stabili, con lavori a tempo indeterminato e stipendi con un livello con un livello sicurezza maggiore, sono votate alla prudenza. Non ci aspettiamo il boom. Il quadro è questo e sarebbe impossibile credere in un effetto contrario. Le perdite subite nel periodo natalizio non potranno essere assorbite completamente dalle vendite in saldo. Di questo siamo consapevoli, ma il margine per un risultato positivo c’è. Più che la risoluzione della fase stagnante dell’economia, speriamo che quest’anno possa donare quanto meno fiducia nel futuro”.
Intervista al Quotidiano di Brindisi, 3 gennaio 2013