“Occorre fare sistema e unire i commercianti dei centri storici per metterli nelle condizioni di poter competere, con adeguati servizi, con i centri commerciali”.
Secondo il direttore di Confcommercio Brindisi, Pino Marchionna (anche ex sindaco), è tutta questione di mentalità da cambiare. “I fitti elevati, i tributi troppo esosi e ogni altro aspetto legato al lato economico – dichiara – sono sì importanti nella ‘forbice’ delle cause della crisi in cui versa il settore, ma l’unica strategia che si può e deve adottare è quella a cui ho fatto cenno prima. Vedete, la proprietà privata non è un reato e decide chi ne ha diritto, per cui l’affitto troppo alto dei locali è solo un problema di mercato, legato alla desertificazione dei corsi. Se, invece, ci fosse movimento, in tanti a mio avviso, non farebbero una grinza a pagare 3mila euro e passa di affitto. Stesso discorso per la Tares e le altre tasse a carico dei commercianti, la cui revisione non credo possa servire a cambiare le cose”.
Il primo passo, però, dipende da fattori esterni
“C’è la crisi, questo è assodato – aggiunge Marchionna – ma per risollevarsi occorre che prima si riprenda l’economia in generale, perché se c’è contrazione di consumi, inevitabilmente il primo a pagarne dazio è il commercio. Se i consumi risalgono, il settore ne trae giovamento”.
Ma in attesa?
“Noi da anni – sottolinea ancora il direttore di Confcommercio – stiamo cercando di contrastare la presenza dei grandi centri commerciali. Ma per ambire a tale obiettivo, i commercianti devono unire le forze e cambiare mentalità. La Regione, devo dirlo, sta facendo molto in questa direzione, sia con il progetto dei Distretti Urbani del Commercio, sia con il bando di 7 milioni di euro per le imprese commerciali. La stessa iniziativa “Notti Bianche” (che, tuttavia, ci tengo a dirlo, non può essere ripetuta tante volte all’anno per questioni di spesa) e altri spettacoli aiutano, ma essenzialmente solo ad … alleviare i problemi”.
Intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, 4 maggio 2013