Sindaco nel 1992, Giuseppe Marchionna è oggi direttore di Confcommercio, che ha contribuito al successo del Negroamaro Wine Festival. Soddisfatto dei risultati?
"Prima di ogni altra cosa devo dire che in questi anni si è costruito molto all'interno di un più vasto contenitore culturale che va sotto il nome di 'Destination Puglia', ma anche come brand 'Salento' che è diventata una delle prime cinque mete del turismo europero, soppiantando perfino la Sardegna. In tutto questo siamo arrivati, buoni ultimi, anche noi di Brindisi. Abbiamo finalmente ricominciato a costruire un rapporto con la città e con le sue eccellenze. Devo anche dire che negli ultimi dieci anni si è fatto molto per il rilancio delle attività agricole ed enogastronomiche, fino a far diventare Brindisi la punta di diamante della regione dal punto di vista degli olii e dei vini".
Quindi anche la città stessa, con i suoi abitanti, è cambiata?
"Ha preso piede - soprattutto fra le fasce più avvedute - un nuovo concetto di vita, nuovi valori non legati solo all'ambiente, ai paesaggi e alle articolazioni urbane, ma anche al cibo, al vino e ad altre attrattive. La dimostrazione sta nel fatto che si mangiasse o si guardasse, in questi giorni è arrivato un numero di persone straordinario. E perfino nei giorni 'normali' il lungomare sembra come trent'anni fa, quando c'erano gli imbarchi per la Grecia".
Si può far meglio?
"Sempre. Bisogna organizzare meglio, con un occhio ai ritorni economici, questo enorme capitale immateriale, quest'aria che si respira in Puglia: buon vivere, sole, mare, aria pulita. Dobbiamo spingere gli operatori verso forme di autoimprenditorialità incentrate su questi aspetti. Ma il vero problema è la destagionalizzazione, visto che da noi il tempo è clemente per quasi tutto l'anno e consente molte attività, a parte quelle legate alla balneazione".
I numeri delle ultime settimane cosa dicono? C'è davvero una speranza di crescita economica?
"I numeri ufficiali arriveranno la prossima settimana, ma da quanto ne so sono incredibili. Sono convinto che il futuro sia questo: imprese culturali e creative in mano ai giovani. E d'altronde anche l'Unione Europea pensa allo stesso modo, individuando questo settore come primario per l'occupazione giovanile. E anche la Regione si muove in questo senso. La vera battaglia è cercare di convincere i nostri giovani a lasciar perdere il posto fisso - che non c'è più per nessuno - ed investire su questi aspetti".
Com'è cambiata la città da quando era sindaco?
"E' un'altra città. Allora eravamo un 'paradiso dei diavoli': contrabbando e malavita controllavano la città. Povera gente che viveva sul malaffare, ma capace di slanci di straordinaria umanità, come dimostra l'accoglienza degli albanesi. Sono passati vent'anni. Il clima generale è migliore ma le classi dirigenti, non solo quella politica, mi sembrano peggiorate. C'è meno consapevolezza dei grandi disegni che passano sulle nostre teste".
Intervista al Quotidiano di Brindisi, 23 giugno 2013