Il 17 e 18 ottobre a Cracovia (Polonia) si terrà una conferenza internazionale dal titolo The Idea of Creative City and the Urban Policy Debate (L’idea della città creativa e il dibattito sulla politica urbana) organizzata dal dipartimento studi europei dell’Università di economia e dal Club Jagiellonian che intende analizzare e valutare il concetto di "città creative" e la sua realizzazione.

Il concetto di città creative è diventato popolare tra gli accademici e decisori politici che si occupano del futuro delle città. La creatività, le industrie creative e le risorse culturali sono sempre più visti come soluzioni per lo sviluppo urbano per l'economia postindustriale. L'idea è stata sviluppata e resa popolare, tra gli altri, da Charles Landry ("La Città Creativa: un kit di strumenti per gli innovatori urbani", 2000), Richard Florida (ad esempio, “Città e classe creativa", 2005) e John Howkins ("L’Economia creativa ", 2001). Negli ultimi dieci anni, ci sono stati molti tentativi di mettere in pratica questo concetto in varie parti del mondo, dall'Europa e dagli Stati Uniti al Giappone.

Non tutte le prigioni hanno le sbarre: molte sono meno evidenti ed è difficile evadere perché non sappiamo di esserne prigionieri. Sono le prigioni dei nostri automatismi culturali che castrano l'immaginazione, fonte di creatività.

Henry Laborit (biologo e filosofo)

 


Non riesco a capire perché le persone siano spaventate dalle nuove idee. A me spaventano quelle vecchie.

John Cage (artista e scrittore)

 

 


Spesso le idee si accendono l'una con l'altra, come le scintille elettriche.

Friedrick Engels (filosofo)

 

 

 

Cambiamo tutto! Perché quelli che vogliono cambiare il mondo non aspettano. Lo fanno

E' in corso una rivoluzione che sta abbattendo antichi vizi nazionali, è la rivoluzione degli innovatori. Non la fanno riempendo le piazze o dando l'assalto ai palazzi del potere . Ma cambiando le nostre vite: il modo in cui si fa scienza, si condivide la conoscenza, si fa impresa, si creano posti di lavoro, si producono beni, si amministra la cosa pubblica.

Non sono casi isolati. E' un movimento. Ci sono migliaia di startupper che il lavoro non lo cercano perché provano a crearselo inseguendo un'idea innovativa. E artigiani digitali che hanno aperto una fabbrica di oggetti sul proprio computer. E innovatori sociali che stanno modificando le istituzioni. Sta cambiando tutto perché abbiamo a disposizione la prima arma di costruzione di massa: Internet. Che non è una rete di computer, ma una rete di persone che provano a migliorare le cose senza aspettare niente e nessuno.

Riccardo Luna

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