“Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.

Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.

Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente…

Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.

Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità. Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego.

Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.

Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso. Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.

Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli.

Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta…

Senza troppe caramelle nella confezione…

Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.

Che sappia sorridere dei propri errori.

Che non si gonfi di vittorie.

Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo.

Che non sfugga alle proprie responsabilità.

Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.

L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.

Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…

Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.

Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.

Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono…

Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.

Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza.

Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro ci arriverai…”

Mario Andrade

Poeta, romanziere, saggista e musicologo brasiliano

RAPPORTO 2013 SULLE IMPRESE CULTURALI E CREATIVE IN ITALIA

Per dare forza e rappresentazione alle scelte culturali, sociali ed economiche con le quali vogliamo contrastare la durissima crisi in corso e per guardare con fiducia al futuro, è il momento di dare forza all’idea di una nuova società, che cambi il paradigma produttivo, con l’affermarsi di valori e stili di vita più sobri e consapevoli delle sfide ambientali e sociali del nostro tempo.

Paradossalmente la crisi può essere anche vista come l’occasione perché l’Italia ritorni a fare l’Italia, rilanciando la sua vocazione a produrre bellezza, rinnovando la forza di Paese manifatturiero apprezzato per i suoi beni dall’alto valore d’uso ed estetico e riscoprendo la qualità del suo saper costruire paesaggi e città. È una grande sfida, che riguarda tutti i cittadini e tutti i comparti, e che richiede visione e coraggio.

Proprio questa sfida e il suo contributo al rilancio della nostra economia sono l’oggetto della ricerca “Io sono cultura. L’Italia delle qualità e della bellezza sfida la crisi”, realizzata dalla Fondazione Symbola e Unioncamere in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Regione Marche.

La ricerca analizza ed evidenzia il peso che la cultura e l’insieme delle attività collegate hanno per la qualità della nostra vita, nella produzione e promozione del made in Italy.

credit: www.symbola,net

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Riunire il mondo che ruota intorno alla cultura e alla creatività, le start-up innovative, i giovani con nuove idee e quelli alla ricerca di futuro per un confronto aperto con best practices ed esperti: questa la mission dell’evento che si terrà a Brindisi i prossimi 28 febbraio e 1 marzo 2014.

L’evento nasce da un’iniziativa del Comune di Brindisi, con la collaborazione operativa della Fondazione Nuovo Teatro Verdi, e punta a mettere insieme i diversi attori del territorio che hanno a cuore il futuro del sistema produttivo locale.

In un’epoca in cui tutti lamentano la morsa di una crisi senza precedenti, è assolutamente necessario affrontare le crescenti difficoltà ricercando nuove opportunità ed investendo in prodotti innovativi e qualitativamente superiori.

Si è svolta lo scorso 14 novembre 2013, a Parigi, la presentazione del Rapporto 2013 sull’economia creativa, curato dall’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) e dall’UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo).

Il rapporto presenta, nell’edizione di quest’anno, un focus specifico sulla promozione dell'economia creativa a livello locale nei Paesi in via di sviluppo.

L’economia creativa si contraddistingue non soltanto come uno dei settori più votati alla crescita a livello globale, ma anche come un importante motore di trasformazione sociale e di creazione di posti di lavoro e di fonti alternative di reddito.

Per questo, il Rapporto 2013 raccoglie esempi di politiche e di buone pratiche provenienti dai Paesi più poveri, che dimostrino come il sostegno all’innovazione e alla creatività possa favorire lo sviluppo economico e sociale.

Particolare accento viene posto, inoltre, sull’importante ruolo svolto dagli enti sub-nazionali nel mettere a frutto il potenziale creativo dei loro territori.

I risultati del Rapporto 2013 verranno inclusi nel dibattito relativo alla formulazione dell’agenda per lo sviluppo post-2015 e forniranno ulteriori argomentazioni al riconoscimento della cultura quale quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, come argomentato dall’UNESCO nell'incontro di alto livello promosso in occasione della Revisione ministeriale annuale dell’ECOSOC (Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite), svoltasi nel luglio 2013.

L’Italia è in crisi, una crisi profonda e drammatica. Ma non è un paese senza futuro. È molto popolare, in patria e all’estero, la tesi del nostro inarrestabile declino: che manca però del sostegno dei fatti, fa torto a chi lavora, fa danno al Paese e distoglie dai veri problemi da risolvere.

Nessuno lo nega, siamo zavorrati da guai che vengono da lontano, e che vanno ben oltre il debito pubblico: le diseguaglianze sociali, l’economia in nero, quella criminale, il ritardo del Sud, una burocrazia spesso persecutoria e inefficace. La crisi mondiale si è innestata su questi mali, incancrenendoli. Rimediare non sarà facile. Ma non è impossibile, se non ci lasciamo ipnotizzare dalla retorica dell’apocalisse.

Cari amici che frequentate più o meno regolarmente il mio sito,

ho deciso di rafforzare il nostro rapporto assegnandovi un ruolo di protagonisti, attraverso la pubblicazione dei vostri commenti agli articoli, alle informazioni e ai contenuti che mi sforzo di rendere accessibili a tutti attraverso il mio blog.

E’ stata una scelta naturale, giacché la mia ambizione è quella di rendere questa piattaforma uno spazio virtuale aperto a tutti i punti di vista, un luogo di coinvolgimento cognitivo, nel quale rendere possibile l’incontro tra persone che sono escluse dalla conoscenza e dal potere e gente che vuole invece condividere il proprio sapere.

Seguendo questo istinto alla condivisione, ho aggiunto una nuova sezione che pubblicherà i miei libri a puntate. Iniziamo da “Diario dall’inferno di Brindisi”, il racconto dei febbrili giorni del grande esodo albanese a Brindisi.

Il saggio si sviluppa intorno all’idea che la città sia destinata a svolgere sempre più il ruolo di motore di sviluppo e di perno di una nuova accezione di comunità, intesa come incubatrice di nuove culture e di nuovi stili di vita, nella quale si afferma lo spirito dell’accettazione reciproca e della convivenza delle diversità. A partire da questo concetto, questo lavoro dichiara esplicitamente di immaginare una città poliglotta e multiculturale, in grado di mediare le diversità attraverso le politiche del buon governo, senza incorrere nella tentazione di affidarla al caos, alla fortuna, alla scaltrezza, o peggio, alla supremazia degli uni contro gli altri.

Il percorso cognitivo che viene delineato è una puntuale scansione dei fattori di mutamento in atto nella società contemporanea che coinvolge il progresso tecnologico (elettronica, informatica, nuove energie, nuovi materiali, laser, biotecnologie, farmacologia), la globalizzazione e i mass media, proponendo una rassegna dei segni della modernità che hanno determinato la destrutturazione del tempo e dello spazio, l’emergere di nuovi valori e di nuovi soggetti sociali, fino a delineare il nuovo stile di vita “esperienziale” adottato dai consumatori di questa epoca “postmoderna” fondata sull’individualismo, sull’affermazione del sé, sull’accettazione delle diversità.

In questo quadro turbolento ed in continuo divenire, l’analisi dettagliata delle opportunità offerte dalla società della conoscenza è un indiscutibile contributo alla definizione puntuale del concetto di “creatività”, che consiste nella capacità del nuovo ceto imprenditoriale di rendere compatibili due aspetti ugualmente importanti della propagazione delle conoscenze: l'esplorazione del nuovo e la replicazione e lo sfruttamento dei suoi usi.

Il saggio scandisce ogni passo del percorso di definizione del modello di “atmosfera creativa” nella città, analizzando le originarie condizioni di partenza delle politiche pubbliche – fortemente sbilanciate in favore degli interventi materiali, a discapito di quelli di tipo intangibile – e proponendo il massiccio sostegno ad un vasto comparto di micro servizi in grado di estendersi trasversalmente a supporto di tutti i campi di attività cittadina.

La descrizione e l’analisi delle tecniche di ‘city making’ e di ‘cultural planning’ aggiungono al lavoro un tocco di concretezza ed operatività, definendo una sorta di “cassetta degli attrezzi” per amministratori e decisori pubblici impegnati nella ricerca di concrete politiche di uscita dalla crisi, spronandoli ad innescare un circolo virtuoso che produca un effetto a catena su tutta l’economia urbana.

Infine, viene delineato un Piano d’Azione per lo sviluppo di un’economia creativa, che descrive minuziosamente l’elenco di ben 128 categorie di imprese che possono essere considerate a tutti gli effetti la struttura portante di un modello di sviluppo fondato sulle imprese culturali e creative, alle quali anche l’Unione Europea dedica ormai grande attenzione con il varo del Programma Europa Creativa, dotato di fondi per 1,8 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. Questo ultimo capitolo del saggio può certamente essere considerato una sorta di manuale operativo per la costruzione di una città creativa, articolato com’è nei sette punti essenziali per la sua realizzazione (networking; formazione e occupazione; trasferimento della conoscenza; marketing; infrastrutture; spazi per l’incubazione dei talenti creativi; sostegno finanziario).

Per l’acquisto online:

Cartaceo: € 20,00

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