La misteriosa morte di una funzionaria ONU si intreccia con un "affaire" di corruzione ed illegalità nel settore degli investimenti energetici. In un Salento interpretato come ultima frontiera occidentale che si confronta con i suoi inquieti dirimpettai arabi, un maturo cronista di provincia si ritrova a trattare casi di cronaca che richiamano i temi di più scottante attualità: l'integralismo islamico, le questioni energetiche, la pace in Medioriente. La sua è un’indagine speculativa, scandita da una sorta di ‘pensiero ruminante’ che gli consente di ordinare e collegare scenari ed accadimenti tra loro indipendenti, fino a giungere alla soluzione dell’enigma.

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Dallo sguardo malinconico posato con disincanto sul piccolo mondo di provincia e sulla sua quotidianità asfittica e deprimente, all’improvviso scatto di vitalità e genialità provocato da una ordinaria vicenda di cronaca nera da raccontare ai suoi lettori del ‘Gazzettino di Puglia’.

Sta tutta in questo itinerario la storia, in bilico tra il casuale e il surreale, che coinvolge un maturo giornalista di provincia alle prese con la gamma dei vizi e delle virtù di quella parte del profondo Sud, tanto bello e coinvolgente per il suo clima ed i suoi paesaggi, quanto spietato e spregiudicato nel saccheggio sistematico ed indiscriminato delle proprie risorse.

Ambientato in un Salento che invece di confrontarsi con le solite storie di emigrazioni disperate, si trova questa volta a fronteggiare le tentazioni egemoniche della cultura islamica, il romanzo delinea il complesso percorso di conoscenza di mondi sconosciuti che il protagonista è costretto, suo malgrado, a intraprendere per venire a capo della misteriosa morte di una donna.

Il suo viaggio affronta, di volta in volta, l’universo femminile, i cui meccanismi sfuggono da sempre alla sua comprensione; il mondo degli affari borderline, nel quale sono coinvolti sospettabili ed insospettabili, in una girandola di paradisi fiscali, società off-shore e scambi di favori inconfessabili; il profilo organizzativo di un’organizzazione religiosa islamica, tanto ricca di fervore religioso e di rigide regole quotidiane, quanto lontana anni-luce dai dubbi esistenziali del protagonista.

L’itinerario del giornalista di provincia si trasforma quindi in una titanica operazione di accumulazione di informazioni, spesso nuove e strabilianti, che il protagonista è costretto a digerire, a metabolizzare, ad incastonare nel gigantesco puzzle davanti al quale si trova.

Decisivo per la soluzione dei tanti enigmi della vicenda sarà il suo ‘pensiero ruminante’, quell’approccio fatto di capacità di cogliere i dettagli e, nel contempo, di organizzarli razionalmente nelle sue riflessioni ‘ex post’, svolte mutuando il blando ritmo della digestione bovina.

L’impianto letterario, in cui sono presenti tutti gli elementi strutturali del classico ‘giallo’, sembra solo un pretesto narrativo per esplorare il percorso di una generazione perduta che, partita negli anni settanta con grandi ambizioni rivoluzionarie, è lentamente scivolata in una sconcertante quotidianità priva di stimoli, di tensione ideale e di pulsioni passionali, dando vita ad un lento declino che ha progressivamente ingoiato, come un terribile Leviatano, la sua capacità di vivere il quotidiano e anche la speranza di progettare il futuro.

La descrizione del percorso di quella generazione, cronicamente incapace di riconoscere e governare la propria traiettoria di vita, si intreccia con la inattesa scoperta del mondo arabo e delle sue tentazioni egemoniche sulla cultura europea, facendo emergere uno spaccato paradigmatico delle contraddizioni più generali della nostra epoca, sempre in bilico tra le spinte opportunistiche di molti disinvolti e spregiudicati figuri e gli slanci di imprevista e spontanea generosità dei tanti piccoli eroi dimenticati dell’oscura periferia italiana.